- (foto di Peter Iredale)
- Vengo da te e torno a te,
- sentimento nato con la luce, col caldo,
- battezzato quando il vagito era gioia,
- riconosciuto in Pier Paolo
- all’origine di una smaniosa epopea:
- ho camminato alla luce della storia,
- ma, sempre, il mio essere fu eroico,
- sotto il tuo dominio, intimo pensiero.
- Si coagulava nella tua scia di luce
- nelle atroci sfiducie
- della tua fiamma, ogni atto vero
- del mondo, di quella
- storia: e in essa si verificava intero,
- vi perdeva la vita per riaverla:
- e la vita era reale solo se bella…
- La furia della confessione,
- prima, poi la furia della chiarezza:
- era da te che nasceva, ipocrita, oscuro
- sentimento! E adesso,
- accusino pure ogni mia passione,
- m’infanghino, mi dicano informe, im
- puro
- ossesso, dilettante, spergiuro:
- tu mi isoli, mi dai la certezza della vita:
- sono nel rogo, gioco la carta del fuoco,
- e vinco, questo mio poco,
- immenso bene, vinco quest’infinita,
- misera mia pietà
- che mi rende anche la giusta ira amica:
- posso farlo, perché ti ho troppo patita!
- Torno a te, come torna
- un emigrato al suo paese e lo riscopre:
- ho fatto fortuna (nell’intelletto)
- e sono felice, proprio
- com’ero un tempo, destituito di norma.
- Una nera rabbia di poesia nel petto.
- Una pazza vecchiaia di giovinetto.
- Una volta la tua gioia era confusa
- con il terrore, è vero, e ora
- quasi con altra gioia,
- livida, arida: la mia passione delusa.
- Mi fai ora davvero paura,
- perché mi sei davvero vicina, inclusa
- nel mio stato di rabbia, di oscura
- fame, di ansia quasi di nuova creatura.
- Sono sano, come vuoi tu,
- la nevrosi mi ramifica accanto,
- l’esaurimento mi inaridisce, ma
- non mi ha: al mio fianco
- ride l’ultima luce di gioventù.
- Ho avuto tutto quello che volevo,
- ormai:
- sono anzi andato anche più in là
- di certe speranze del mondo: svuotato,
- eccoti lì, dentro di me, che empi
- il mio tempo e i tempi.
- Sono stato razionale e sono stato
- irrazionale: fino in fondo.
- E ora… ah, il deserto assordato
- dal vento, lo stupendo e immondo
- sole dell’Africa che illumina il mondo.
- Africa! Unica mia
- alternativa
- Pier Paolo Pasolini (Poesie incivili, 1960)