– Drriin, Drrriiin
– Pronto?
– Si, pronto.
– Scusi chi parla?
– Ciao sono io.
– Io? Io, chi?
– Io, sono il tuo IO.
– Ah.
– Si, volevo dirti…
– Cosa?
– Niente.
– E no, se mi hai chiamato…
– Giusto.
– Allora?
– Che fai sta sera?
– Studio?
– Studi? Di venerdì sera?
– Che fa, non si può?
– Si, certo, per carità.
– Ah, mi pareva. Mi dici che vuoi?
– Niente…mi hanno detto cose…
– Cosa? Chi?
– Mi hanno detto che ti vedi con un altro IO, uno nuovo che mi somiglia un po’, ma è diverso.
– Si, è vero, ci frequentiamo.
– Ah. E…ti ci trovi bene.
– Ma…si. Ci conosciamo poco ancora.
– Capisco. Pensavo andasse bene tra noi.
– Pensavi male. Mi hai creato un sacco di problemi.
– Ah. Non me ne ero accorto.
– Appunto.
– Ma non ti manco, neppure un pochino?
– Beh, a volte si, quando non capisco bene l’altro, mi sento strana, ti penso.
– Posso sperare di tornare con te?
– No, non farti illusioni. L’altro non lo conosco ancora bene, si, ma mi piace.
– A me sembra pallido, troppo debole.
– Si, è mingherlino, ma diventarà robusto, piano piano.
– Ti vedo coinvolta.
– Lo sono.
– Ma hai un’aria stanca.
– Si, è faticoso stargli dietro: si nasconde, fa il prezioso. Non si fa sentire per giorni. Ma poi, quando ci troviamo, è bello.
– Capisco. Allora…niente.
– Niente…
– Ci si vede.
– Si, magari, capiterà.
– Ok. Magari…
– Ciao.
– Ciao.
Succede, quando si dorme poco
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