Giona mi dorme accanto. Attaccato, appiccicato. Caldo, vivo. Morbido, elastico. Respira tra le mie costole, soffia e mi attraversa. Io suono come un flauto di legno, un canto sottile che si perde nelle pianure del Nebraska. Ti conserverò un luogo, potrai correre come lupo!
Fuori la campagna è di fuoco giallo d’erba, verde cupo di Querce. Si muovono i Daucus.
Io pure respiro, ma non sono un fiore né un bambino.
Sul comodino Emma di Jane Austen.
In valigia un cerchietto a pois.
“Sei bella” – mi ha detto – prima di andar via.
Ho tutta la vita in gola.