Fortuito sfiorarsi di gomiti
nel pomeriggio afoso di giugno,
accende di scintille la notte.
Raccolgo a mani nude
briciole di fuoco,
una dopo l’altra
nel rincorrersi furioso del buio.
L’eco di cavallerie avanza
blatera a ritmo, la morte
ma l’ombra si dissolve,
codarda
fronteggiare non sa
con lame e parole
il perdurare fisso di uno sguardo.
La vita s’arrampica sulle rovine
rinverdisce lenta
le pietre una ad una perdono pallore.
Gomito a gomito
braccio a braccio
mano a mano
le tenebre sudano,
la fatica, la resa.
Sulla terra striscia
l’amore
di polvere e sangue
si libera gioia
dai corpi
e svuota di ombre e potere
gli antichi sepolcri.