Senso unico

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Se io pensassi che solamente il mio popolo, la mia generazione, sono stati colpiti da ciò che è successo, credo che sbaglierei.
È importante ricordare che quello che è successo c’insegna che ogni volta che viene preso di mira un popolo, una minoranza, un determinato gruppo, rispetto ad altri, quello che viene fatto a questo gruppo è qualcosa che ci riguarda tutti, che c’influenza tutti e ha un effetto su tutti noi […].

Se noi lavoriamo oggi per raccontare la storia e raccontarla costantemente, è perché vogliamo salvare altri popoli, altri essere umani da questa esperienza.
Non posso liberare tutti i prigionieri, però se posso liberarne almeno uno, avrò già fatto qualcosa di valido.
Non posso salvare tutti i popoli, ma, se posso aiutare a migliorare in qualche modo la situazione di alcuni, allora avrò già fatto molto, avrò già fatto un grande passo avanti.

– Elie Wiesel

Lacrime sul petto del fratello

 (AP Photo / Manu Brabo)

(AP Photo / Manu Brabo)

“Un giorno ci sarà una grande festa alla quale parteciperanno i bambini diventati adulti e gli adulti ridiventati bambini. Sarà una festa su tutta la Terra Santa, come la chiamano i cristiani; Benedetta, la proclamano i musulmani; Promessa, la sperano gli ebrei. Dall’Hermon a Gaza, da Tiberiade al Negev, dal mare al fiume, da Gerusalemme a Hebron, a Ramallah, a Nazareth… Il muro verrà abbattuto e non si saprà più dov’era prima. Le vie di acquartieramento delle colonie saranno viali e i reticolati siepi fiorite.

Ismaele abbraccerà Isacco e questi bagnerà di lacrime di gioia il petto di suo fratello. Si terranno per mano e si siederanno insieme vicino alla tomba di Abramo, dalla quale scaturirà un canto di lode, un inno di giubilo. Solo l’amore esclusivo per la casa del Signore, l’Amico degli uomini, abiterà il cuore di Sara e solo le lacrime di gioia e di consolazione solcheranno le guance di Agar. L’ospitalità reciproca sarà la legge del paese. I matrimoni misti diventeranno innumerevoli. I bambini giocheranno insieme, non si lanceranno più né pietre né insulti, non li capiranno neanche più, né in arabo né in ebraico. A Gaza si sentirà giurare per il Dio di Mosè e a Tel Aviv per quello di Muhammad. Chi ritorna dalla Mecca incontrerà chi scende da Gerusalemme, gli abitanti del mondo intero esclameranno: Guardate come si amano!

Anche i discepoli del Nazareno avranno deposto l’orgoglio e si saranno messi a servizio dei pellegrini: Li accompagneranno lodando Dio in Spirito e verità. Le ossa dei suicidi e dei martiri saranno lavate dal perdono, gli assassini soccomberanno alla contrizione e tutti rinasceranno nell’unico abbraccio del Padre”.

(da “Collera e luce” di Paolo Dall’Oglio)